Cari Colleghi,

abbandono eccezionalmente il mondo “concorsualistico”, per (cercare di) offrire il mio modesto contributo alla comune Battaglia (ndr: ieri l’altro ho appreso che si scende in campo con ricorso al TAR!) rispetto all’evidente quanto ingiustificato, ulteriore, attacco contro noi Avvocati.

Certo non saremo stati dei grandi comunicatori. Sicuramente non siamo stati molti uniti. Forse non siamo stati concentrati sempre sui temi più importanti. Ed al passo coi tempi. Ma il regolamento 140/12 sui parametri “compensiali” è davvero una punizione ‘forte’, tanto sul piano del merito che su quello della …pariteticità. E che va bel al di là dell’aspetto economico in sé. Infatti, non solo veniamo trattatati peggio di prima, ma peggio di tutti gli altri amici Professionisti a noi vicini, come Commercialisti e Notai. Tra l’altro attraverso un regolamento che tradisce palesemente la volontà del Legislatore, che voleva dei parametri per indirizzare soprattutto il Giudice in caso di liquidazione delle spese a carico della parte soccombente. E non invece nella, eventuale, lite tra cliente e professionista. Sul punto, oltre i lavori preparatori, sono chiari i commi 2 e 3 dell’art.9 co. 3 l.27/12 che richiamano testualmente i parametri rispetto alla “liquidazione delle SPESE giudiziali”! Mentre il comma 4 precisa che con il cliente la regola è il previo accordo.

Tanto che, infatti, NON RICHIAMA MAI I PARAMETRI! Invece il regolamento è stato INTEGRALMENTE impostato (art.1 co.1) per l’ipotesi di liti tra professionista e cliente, liti che tra l’altro d’ora in poi saranno, appunto, sempre più eventuali stante la regola del previo accordo! E’ tanto evidente l’equivoco (.?) che il regolamento permette al Giudice (peraltro nel silenzio della legge sul punto e quindi secondo me anche in tal caso in modo illegittimo) di disattendere totalmente/liberamente i parametri (art.1co.7). E – almeno apparentemente – anche senza la necessità di una pur minima motivazione! Così, pur in presenza di liti similari, avremo (molto ma molto più spesso rispetto al passato) liquidazioni del tutto diverse tra i vari Giudici.

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Ma torniamo al fatto che ci è stato riservato un trattamento peggiore rispetto alle precedenti tariffe del 2004, a differenza di quanto però evidenziato nella relazione illustrativa al regolamento, in cui invece si osanna un aumento medio addirittura del 24% (v. sub pdf 7 estratto pagg.5/9)! Sì peggiore, visto che in effetti la verità è ben altra: ci sono stati DIMINUITI rispetto al 2004! Al riguardo le ben 5 comparazioni (in sede civ./amm./trib, ma purtroppo anche in sede penale poco cambia) di cui in allegato sono illuminanti (v.pdf contrassegnati da 1 a 5). Quindi è davvero gravemente offensivo, oltre che fuorviante (ed ennesimamente) verso l’opinione pubblica, una sì tale ingannevole informativa, peraltro ufficiale. Non solo. Il regolamento ha stabilito che liti superiori a 1.500.000 non meritano parametri per gli avvocati (mentre – come vedremo – per i difensori commercialisti in sede tributaria, sì). Ed anche se la causa la si… subisce (art.11 co.9)! Forse perché con l’antecedente art.10 ha ritenuto di aver “risolto” ogni cosa! Sì …punendo ancora una volta quella che è la …causa principale dei mali italiani, quasi della crisi ‘pandemica’ mondiale in cui ci troviamo! Quale sarebbe la causa? Ovviamente (la difesa richiesta al)l’avvocato! Se la lite è temeraria, non è chi vince che ha diritto ad ottenere una sonora condanna di ctp (anche per lanciare così un segnale deflattivo, tra l’altro in linea con il nuovo art.96 cpc), ma è invece “importante” concentrarsi nel “punire”, ancora, l’avvocato che assiste la parte soccombente, con una riduzione del dovuto da parte del proprio cliente sino al 50%, come se liti “ai limiti” non siano tante volte richieste proprio dai clienti, i quali, diversamente, avrebbero ben diritto a non pagare alcunché, anzi a richiedere anche i danni ai propri negligenti avvocati …altro che dargli il 50%!

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Comunque ciò che è ancor più mortificante è la penalizzazione/punizione ricevuta rispetto alle Professioni ‘cugine’ degli incolpevoli – sia ben chiaro!- Commercialisti e Notai.

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Anzitutto in sede giudiziaria rispetto ai Commercialisti (ma ,come vedremo fra un attimo ,anche in sede stragiudiziale relativamente sia ai Notai che ai Commercialisti). 1) Sì, in sede giudiziaria, se si pensi che un Commercialista guadagnerà Ben Più di un Avvocato allorché difenderà il proprio cliente in sede tributaria (v.art.28 e sub pdf 6 la comparazione con tre cause di pari scaglioni di valore di cui all’art.11, compresa quella, per noi “fantasma”, > ?. 1,5 mil.). Con la (ulteriormente) offensiva conseguenza che un Avvocato tributarista risulta così ‘quotato’ meno di un Commercialista tributarista! Che amarezza! 2) Ma puniti in sede giudiziaria anche rispetto all’assistenza continuativa in una procedura concorsuale, se si pensi alla davvero macroscopica differenza (solo apparente, speriamo) tra la quotazione dell’ugual/paritetica attività di avvocato (art.11 co.10) e commercialista (art.27). Ho detto “almeno apparente”, fidando cioè faccia da salvezza l’art.1 co.1 (applicazione analogica di una norma del regolamento “ai casi non espressamente regolati”). Infatti, è vero che nel caso che ci interessa la previsione espressa potrebbero sussistere (in caso di ingiusta lettura delle norme) …ma corretto sarebbe (rectius: è) sostenere che, come con le passate tariffe ministeriali (prevedenti appunto in proposito due diversi onorari), una cosa è fare un ‘istanza di fallimento, un’istanza di ammissione al passivo (giustamente quotabili sulla base degli stessi parametri della fase esecutiva immobiliare ex art.11 co.10 ), altra cosa è assistere continuativamente un debitore in una procedura di c.p. (ovvero di c.f. ovvero di a.d.r.), che quindi non può dirsi fattispecie che per gli avvocati risulti già “espressamente già regolata”.

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Ma la voglia di “punire”, l’apoteosi (…al contrario) si raggiunge con i parametri per l’attività stragiudiziale, dove, con la… scusa che sarebbe complesso stabilirli numericamente, di fatto non li si stabilisce per nulla (v.art.3 …dove a dire il vero è prevista anche una maggiorazione numerica del 40%, ma il 40% del nulla …è, appunto, nulla!). Almeno per noi Avvocati. Ma – guarda un po’! – invece sì per le analoghe attività stragiudiziali di Commercialisti e Notai, rispetto a cui – giustamente, sia ben chiaro! – i parametri numerici vengono previsti (v.artt.25 e 26 e relative tab.; per i notai v.artt.30 e 31 e relative tab.)!

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Mi fermo qui perché l’indignazione per tante ingiustizie potrebbe ‘trasportarmi’ la “penna”… Certo, come ben sappiamo, un regolamento illegittimo, oltre che impugnare dinanzi al TAR (via Maestra), lo si può far disapplicare a cura del singolo Giudicante (v.ad es. il recente intervento del Trib. di Terni del 16.4.12, in materia di compensi di C.G./L.G. , in www.ilcaso.it/fallimenti/indice-glf.php?id_cont=165 ). Ma, a parte la difficoltà di trovare Giudici sensibili verso i ns problemi, pardon Diritti ( e ciò anche “grazie” alla campagna denigratoria subita e …subenda!), che vergogna dover constatare una sì tale grossolana diseguaglianza fra uguali attività di Professioni similari! Probabilmente – come dicevo all’inizio – noi abbiamo anche delle responsabilità, ma con un sì tale regolamento (forse di …conti …?) si è superato, per come impostato (anche) contra legem, ogni limite. Se poi penso anche alla apertura alle società capitalistiche nelle ns società. Mamma mia! Già il mercato, dimenticavo… Ma quale? Quello di Confindustria?!? O davvero quello dei poveri cittadini bisognosi di giustizia a prezzi giusti ed in tempi veloci? Allora diciamogli la verità! Diciamogli, anzitutto, che con l’attuale mediazione – peraltro quanto a costi neppure legata ad un concreto risultato ottenuto (!) – non si va da nessuna parte, se non …aumentare ancora tempi e costi.

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Sì, è bene che mi fermi qui.

Molti cordiali saluti, Colleghi di una Grande e Bella Professione. Nonostante tutto.

Nonostante il ns Ministro Avvocato.

AVVOCATO Antonio Pezzano

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